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 15/05/2008 - Recensione di Crime Story su Ghigliottina.it


Sul sito di cultura e critica letteraria www.ghigliottina.it è presente una recensione di Crime Story di Maurice Gee.
Scrive Matteo Chiavarone che "il libro di Maurice Gee risulta essere uno dei volumi più interessanti usciti in Italia nell'ultimo periodo. Secondo molti critici questo testo si può annoverare come l'apice assoluto dell'intera opera dell'autore, sicuramente uno dei più importanti scrittori neozelandesi contemporanei. Di fatto è per ora il primo lavoro pubblicato nel nostro paese e di questo bisogna rendere merito alla giovane casa editrice sarda che si sta mettendo in evidenza con un ottimo scouting e una ricerca continua dei titoli più interessanti nel panorama internazionale.

Crime Story, di cui è stata già realizzata una versione cinematografica dal titolo "Fracture" uscita nelle sale nel 2005 con la regia di Larry Parr (in Italia applauditissimo al Festival di Taormina), è un libro insolito che si muove su più linee, intrecciandole tra loro spaziando tra la neutralità dei punti di vista e la forza delle immagini che vengono raccontate. Non bisogna cadere all'inganno del titolo, non si tratta né di un giallo né di qualcosa di simile; i tempi e la suspense non sono quelli del thriller, non cadono alle logiche di climax sensoriali ma si dilatano e si ristringono seguendo le tempistiche quotidiane di una società. Di fronte non abbiamo che un racconto, un racconto che gioca, come in una casa di specchi, con le vicende di due nuclei familiari. Due famiglie, di diversa estrazione sociale, e una serie di crimini, piccoli e grandi, consumati nella 'tranquillità' della vita cittadina, nell'apparente e immobile ciclicità della vita quotidiana.

Quello che ne esce fuori è uno spaccato della società neozelandese alle soglie del 2000, la società che si appresta a vivere l'era di internet e della comunicazione globale senza riuscire a trovare contatti umani 'reali'. Contatti umani che si annullano in un microcosmo della dimensione di una città di provincia, dove è anche troppo facile incontrarsi o semplicemente 'sfiorarsi'. L'intento non è moralistico e neanche di denuncia, uno sguardo intelligente e lucido nei 'panni sporchi' delle mura domestiche. E così furti in appartamento, violenze, corruzione, speculazioni edilizie sono solo passaggi e cause/conseguenze di quello che produce la società; quando si arriverà all'omicidio più efferato si comprenderà che è l'ultimo tassello di un qualcosa iniziato da lontano.

Ogni personaggio più che raccontato è seguito, osservato, 'spulciato'; l'abilità di Maurice Gee è proprio il riuscire a far parlare le proprie 'creature', farle spogliare della propria psicologia, dei propri elementi fattuali, dei dettagli. L'ultimo reato che avverrà, quello dell'eutanasia, porterà con sé elementi caratteriali di ognuno, liberando il narratore di ogni giudizio e pregiudizio come se la scelta non fosse personale ma dettata dagli eventi. In questo caso, come in tutto il volume, viene messa in evidenza una lingua moderna, creativa, capace; l'autore riesce a giocare con personaggi ed eventi, senza risultare intrusivo e banale. Insomma un bel libro, intelligente, capace di portare alla luce una realtà a noi quasi sconosciuta come quella neozelandese, senza indugiare troppo nella paura di raccontare qualcosa di più di una semplice storia".

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